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MATRIX REVOLUTIONS
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 12 novembre 2003
 
di Larry e Andy Wachowski, con Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss, Lambert Wilson, Monica Bellucci (Stati Uniti, 2003)
 
MATRIX 1, 1999, piccolo film di fantascienza, 475 milioni in dollari d'incassi: programmatore di giorno, Thomas Anderson (Keanu Reeves) diviene Neo quando cala la notte. E' lo pseudonimo di uno dei pirati più ricercati dello cyber-spazio. Neo è vittima d'incubi e messaggi criptati sempre più pressanti. Gli giungono da un certo Morfeo (Lawrence Fishburne) che gli rivela di non vivere più nel 1999, ma nel 2199. Quando le macchine hanno ormai avuto il sopravvento sull'umanità. Ciò che gli uomini stanno vivendo non è altro che illusione: un sonno programmato, governato dalla Matrice. Neo è l'Eletto, il Salvatore annunciato da una profezia, destinato a liberare l'umanità. MATRIX RELOADED, maggio 2003, 724 milioni di dollari: Zion, ultima enclave umana sulla Terra, sta per essere sopraffatta dall'Armata delle Macchine. Non rimane più che sperare nell'Eletto. Che ha però già il suo bel daffare nel combattere l'agente Smith, emanazione della Matrice, capace di clonarsi all'infinito; ed al quale capita pure qualcosa d'insolito per quei tempi, innamorarsi.

MATRIX REVOLUTIONS, novembre 2003, al film, che esce in contemporanea mondiale, la stampa è ammessa sotto l'occhio delle guardie del corpo antipirateria ed a condizione di non rivelare il finale della saga. Confessiamolo, proprio non saprei cosa rivelare. Par di capire che Nio sia intrappolato in una specie di limbo, a meta strada tra il mondo degli umani e quello delle macchine. E che stavolta dovrà proprio dedicarsi al proprio ruolo di Salvatore. C'è poi un indiano dalle movenze celestiali che gli spiega cosa sia l'Amore; e quali interazioni fisiche esso arrischi di produrre. Poiché il concetto base di questo terzo, e forse ultimo episodio, è quello che anche i prodotti informatici hanno diritto ai sentimenti. Una volta afferrati gli altri principi abissali (le pallottole non provocano il minimo solletico; e le giravolte in aria saranno anche state provate per mesi dagli stuntman appesi ai cavi ma tanto, con il digitale, riuscirebbero a far svolazzare ognuno di noi), tutto diventa possibile. E del tutto indifferente.

Secondo il solito principio dell'alternanza fra sequenze filosofiche ed altre di azione ritenuta irresistibile, si glissa dal consueto kung-fu, all'induismo sui generis; dall'high-tech sempre più approssimativo al para buddismo o, tanto per gradire, l'infantilismo alla Rambo. Limitarsi ad apprezzare l'invenzione grafica ad uso di videogame? Purchè non sia quella mezzora d'insopportabile fracasso con le piovre meccaniche munite di tentacoli genere tubo della doccia nella solita luce verdognola. O quel duello finale da videoclip nelle pozzanghere sotto i grattacieli: mentre nel cielo si iscrivono croci infiammate e allusioni telefonate da sponsoring vaticano. "Hai una visione d'assieme che non supera la mezz'ora", è il rimprovero del capoccia al misero subalterno che pur posto fine all'inarrestabile diluvio delle seppie a rotelle. Messaggio indiretto al cinema dei Wachowski: che specula nell'ombra dell'ironia di GUERRE STELLARI, del mistero di ALIENS o dell'invenzione epica del SIGNORE DEGLI ANELLI; per non dire dell'inquietudine poetica di 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO. Che utilizzava umile cartapesta, ma con giudizio.


   Il film in Internet (Google)

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